Alumetal di Mori

Nel 1928 la S.I.D.A. (Società italiana dell’alluminio) apre a Mori uno stabilimento per la produzione dell’alluminio che, già nel 1930, arriverà a coprire l’intero fabbisogno nazionale. Lo stabilimento è frutto della collaborazione della Montecatini con la tedesca VAW (Vereinigte Aluminium Werke), in società con quote, rispettivamente, del 55% e 45%. La VAW detiene il brevetto Haglung per la produzione dell’allumina (materia prima per la produzione dell’alluminio) indispensabile per l’alimentazione dello stabilimento.

Lo stabilimento in una cartolina del 1935

Il cuore energetico della fabbrica è nella meravigliosa centrale idroelettrica che sfrutta le acque dell’Adige e che viene costruita dalla Società Elettrica Alto Adige a partire dal 1927, su progetto dell’ingegnere Vincenzo Ferniani. Gli interni della centrale sono impreziositi dalle decorazioni di Galileo Chini. Per l’alimentazione viene creato un canale di derivazione lungo 2450 metri, in quest’epoca il più lungo d’Europa. Altro primato della centrale sono le quattro dinamo verticali Brown Boveri che risultano essere le più potenti d’Europa. La centrale ha una potenza installata di 17.200 kW, con una produzione annua media di 100 milioni di kWo.

La centrale elettrica (G)

Pianta dello stabilimento

A: Sala forni C (costruita nel 1937)
B: Sala forni B (costruita nel 1930)
C: Sala forni A (costruita nel 1928)
D: Magazzini
E: Uffici, laboratori chimici e mensa
F: Uffici
G: Centrale elettrica
H: Cabina elettrica con raddrizzatori a silicio
I: Canale artificiale per l’alimentazione della centrale
J: Imbocco galleria Ala-Mori
K: Chiesa di S.Giuseppe
L: Ville del direttore e dei dirigenti
M: Ingresso e portineria
N: Adige

All’esterno dello stabilimento, nelle immediate vicinanze, vengono costruiti gli alloggi per il personale: una villa per il direttore, altre due per i dirigenti e un fabbricato per i capi reparto.

La produzione dell’alluminio avviene con forni elettrolitici Heroult che saranno sostituiti con i forni Söderberg nel 1937.

Nel 1953 viene chiusa la centrale elettrica e lo stabilimento utilizza corrente prodotta altrove: negli stessi anni viene ultimata una galleria che porta l’acqua del canale di derivazione sino ad Ala (a circa nove chilometri di distanza). La galleria e la centrale (in caverna) di Ala sono ancora in attività, gestite da Hydro Dolomiti Energia.

Il percorso della galleria che convoglia l’acqua del canale di derivazione originale alla centrale di Ala (da progettodighe.it)

Nel corso degli anni ci sono stati due episodi piuttosto corposi di inquinamento da fluoro: uno negli anni ’30, risolto con l’installazione dei filtri alle ciminiere, e l’altro negli anni ’60 quando il potenziamento degli impianti portò all’inadeguatezza degli apparati filtranti. Nel 1967 la Montecatini fu riconosciuta responsabile dell’inquinamento e dovette adeguare i filtri e risarcire le popolazioni colpite dalle “macchie blu” (questo era l’effetto più evidente della contaminazione da fluoro degli organismi).

Le ville del direttore e dei dirigenti (L)

Un dato interessante di questa fase storica è la particolare declinazione della lotta di classe. Solitamente la classe operaia è in contrapposizione al padrone, all’industriale: in questo caso, invece, gli operai hanno come controparte i contadini. Gli uni hanno paura di perdere l’occupazione con la chiusura della fabbrica, gli altri vedono il raccolto e gli allevamenti danneggiati dall’inquinamento.

La chiesa di San Giuseppe (K)

Lo stabilimento, alla fine degli anni ’60, arriva a produrre 22.000 tonnellate di alluminio all’anno. Dagli anni ’70 in poi inizia il lento declino dello stabilimento, sempre più spesso al centro di contestazioni ambientali a causa dell’inquinamento da fluoro, e oggetto di una sempre più agguerrita concorrenza internazionale.

Lo stabilimento, gli uffici e i servizi

Si arriva così al 1983, anno della definitiva chiusura. Nel 2021 la proprietà dell’area, Trentino Sviluppo S.p.A., lancia il bando per la reindustrializzazione del sito che prevede la demolizione di tutti gli edifici, ad eccezione della centrale idroelettrica per la quale è previsto il rientro in servizio.

Cronologia dello stabilimento

  • 1927 la Società Elettrica Alto Adige inizia la costruzione della centrale elettrica
  • 1928 Montecatini e Vereinigte Aluminium Werke creano la SIA (Società Italiana Allumina) con stabilimento a Porto Marghera. Qui sarà prodotta l’allumina poi trasportata via ferrovia a Mori per alimentare lo stabilimento
  • 1928 la S.I.D.A. (Società italiana dell’alluminio, join venture tra Montecatini e Vereinigte Aluminium Werke) apre lo stabilimento di Mori
  • 1930 Viene costruita la sala forni B
  • 1935 su spinta autarchica vengono liquidati i capitali stranieri e fondata la S.N.AL. (Società Nazionale Alluminio – a capitale interamente Montecatini) che rileva lo stabilimento
  • 1937 adozione dei forni Söderberg e costruzione sala forni C
  • 1953 chiusura della centrale elettrica e utilizzo di energia prodotta altrove
  • 1961-1964 completa demolizione e ricostruzione della sala forni A
  • 1966 la Montecatini si fonde con l’Edison dando vita alla Montecatini Edison S.P.A.
  • 1973 lo stabilimento di Mori viene acquisito dalla EFIM e cambia denominazione in Società alluminio e metalli Alumetal S.p.A. Entra nel polo nazionale dell’alluminio di cui fa parte anche lo stabilimento di Marghera Fusina
  • 1981 la Alumetal viene incorporata dalla Alluminio Italia S.p.A. di Portoscuso (CA)
  • 1983 il 3 di Novembre vengono spenti gli ultimi forni e lo stabilimento di Mori chiude definitivamente
  • 1991 fine delle attività di smantellamento dei macchinari
  • 1993 l’intero stabilimento viene acquisito dalla Tecnofin Strutture per la Provincia Autonoma di Trento

Approfondimenti e fonti

  • Acqua, aria, energia elettrica – La Montecatini di Mori – Agolino, Calzà, Irace, Leoni – Nicolodi Editore – ISBN 9788884470065
  • Trentino Cultura
  • Montecatini (dal sito del Comune di Mori)